lunedì 28 aprile 2014

Il canto della rivolta


      

Il canto della rivolta – Suzanne Collins

Dopo la distruzione del Distretto 12, a Katniss non resta altro che rifugiarsi del Distretto 13, miracolosamente sopravvissuto all’attacco di 75 anni prima. Le ribellioni diventano sempre più volente in ogni distretto, e Capitol City non ha voglia di arrendersi. Per salvare Peeta dalle grinfie del Presidente Snow, Katniss è pronta a fare tutto: anche a diventare la Ghiandaia Imitatrice e a scendere in guerra.

Note e commenti:

E così si conclude la storia di Katniss. Che dire? Un libro molto, molto triste. Nel primo volume e, in misura minore, nel secondo, c’era ancora la presenza di qualche parte allegra, divertente o almeno ironica. In questo no. A dominare sono il dolore, la rabbia, la vendetta, causati da una guerra cruenta che verrà descritta in modo molto minuzioso. Non saranno pochi i morti e i momenti tragici, infatti non poche volte Katniss rischierà quasi di impazzire, ritrovandosi ad affrontare situazioni più forti di lei. Non per questo il libro non mi è piaciuto, anzi: l’ho divorato dall’inizio alla fine in un solo pomeriggio, restando col fiato sospeso per tutto il tempo e soffrendo insieme con i protagonisti. Credo che alcune frasi che vengono citate esprimano una dura verità relativa all’uomo: anche se ha commesso atrocità nel passato e promette che ciò non accadrà più, dopo un po’ di tempo si dimenticherà di questa promessa e tornerà a scatenare guerre, genocidi e altri orrori. Perché la natura dell’uomo è così: instabile, volubile e sempre pronto al sacrificio.

Personaggio preferito: Primrose Everdeen (sono presenti anticipazioni)

Se qualcuno sperava lodassi Gale, be’… mi dispiace per lui/lei, ma non lo farò, perché è uno dei personaggi che ho disprezzato maggiormente nella saga. Invece parlerò di una ragazzina che a causa di ciò che accade a sua sorella, è costretta a crescere più in fretta di quello che dovrebbe: Primrose Everdeen. Il padre morto, la madre assente, la sorella maggiore un tributo degli Hunger Games: sin dall’inizio Prim si trova obbligata ad assumersi delle responsabilità maggiori di quelle richieste a quell’età, e questa maturità si scorge molte volte. Quando saluta la sorella prima che parta verso Capitol City, quando aiuta la madre a curare Gale senza scomporsi di fronte alle tremende ferite, quando consola Katniss nei momenti di difficoltà. Sa che dev’essere forte, che non deve piangere. E’ davvero da ammirare. E che fine fa? Salta in aria a causa di un paracadute esplosivo probabilmente ideato e lanciato da Gale e Beetee. Per me è stato un momento tristissimo, che raggiunto il suo culmine quando, mentre Katniss si trovava nuovamente nel Distretto 12, è stata raggiunta da Ranuncolo che cercava la padroncina. Credo sia inutile dire che sono scoppiata a piangere senza ritegno, e ho odiato Gale con tutto il mio cuore.

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